Il Piccolo

Alessandro Mezzena Lona
03/11/2013
Im eigenen Schatten

Cadaveri, soldi e ombre nazi nella Trieste di Heinichen

Non ci sono più sogni,contano solo i soldi. È sparita anche la capacità di vergognarsi delle proprie malefatte. Chi infrange le leggi, poi pretende anche di fare la morale agli altri. E in un tempo in cui i potentati economici, le banche, si divertono a strangolare chi lavora, chi paga le tasse, anche un povero poliziotto di carta come Proteo Laurenti deve mettere un po‘ da parte la sua filosofia di vita. Lo sanno bene i lettori di Veit Heinichen: il commissario Proteo Laurenti, promosso vice questore aggiunto, sarebbe un perfetto bonvivant. Ama il vino e il cibo cucinato come Dio comanda, non sa resistere al fascino delle donne. Ma, di questi tempi, neppure lui può lasciarsi cullare troppo dalle illusioni. Soprattutto se gli capita tra le mani la morte improvvisa di un pezzo grosso. Un ex senatore della Repubblica italiana, un imprenditore straricco e molto chiacchierato per aver smerciato tonnellate di medicinali scaduti ai popoli dei Balcani. Un tipetto che si mette a pilotare un Reims-Cessna F406 con almeno tre bottiglie di Gewürtztraminer incorso. Eallora che fa Proteo Laurenti? Mette da parte la sua voglia di godersi la vita, schiera in campo i migliori collaboratori che ha, nel nuovo romanzo di Heinichen, lo scrittore triestino venuto dalla foresta Nera. „Il suo peggior nemico“, tradotto da Silvia Montis per le Edizioni e/o (pagg. 331, euro 18,50), arriva nelle librerie mercoledì 6 novembre. Il giorno prima, il capitolo nunero otto delle avventure del commissario verrà presentato a Trieste. Di Franz Xaver Spechtenhauser, dopo l’esplosione nel cielo sopra Aurisina, resta ben poco. Ma Proteo Laurenti non fa troppa fatica a capire che sul bimotore guidato dal sessantasettenne ex politico della Südtiroler Volkspartei, da anni residente sul Carso triestino, c’era una bella carica di esplosivo. Che ha trasformato in una palla di fuoco l’aereo con dentro il facoltoso imprenditore. Il poliziotto, però, non ha nemmeno il tempo di avviare l’indagine, che sulla scalcinata autostrada A4, dove da tempi immemorabili ci si prepara per costruire una terza corsia che non arriverà mai, un commando perfettamente organizzato stringe d’assedio e poi deruba un camioncino portavalori. Imbottito di lingotti d’oro. Che, guarda caso, appartenevano a una società dell’ex senatore. Questa volta, per sbrogliare la matassa dei misteri a Proteo non basta più la palestrata collega Pina Cardareto. E nemmeno la glamorous e fidatissima assistente Marietta. Così, accanto a lui, Veit Heinichen materializza un nuovo, intrigante personaggio. Xenia Ylenia Zannier è nata la notte del terremoto in Friuli, il 6 maggio 1976, mentre sua madre moriva. Guida un immaginario commissariato di Grado e incontra notevoli difficoltà a gestire la sua storia d’amore con il giovane, pazientissimo Zeno. Però, non le manca il coraggio. E nemmeno un buon fiuto. Soprattutto se, dettaglio dopo dettaglio, scopre che dietro l’assalto al portavalori sulla A4 c’è una banda di criminali d’alto bordo. Coinvolti nella rete neofascista e neonazista che può contare su protezioni in Austria e Germania, in Italia e in Croazia. Tanto per dirne una, perfino il politico bavarese Franz Joseph Strauss, a lungo presidente della Csu, avrebbe versato denaro a queste organizzazioni di estremisti. Organizzando a Trieste una sorta di Oktoberfest per raccogliere fondi. Muovendosi tra politica, affari e criminalità, Heinichen costruisce un romanzo dal ritmo adrenalinico. Duro, coraggioso, divertente. Dove Proteo Laurenti non ha tempo nemmeno per godersi fino in fondo la ritrovata sintonia con la neopromossa procuratore di Zagabria, Živa Ravno. Perché l’intrigo criminale lo reclama.

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