
Titolo Originale
Tod auf der Warteliste
Data di uscita
2003 Paul Zsolnay Verlag, Wien
Traduzione italiana
Valentina Tortelli
Casa editrice
e/o, Roma
Pubblicazione
Novembre 2004
Traduzioni
Spagnolo (Muerte en lista de espera, 2005 Siruela), Norvegese (Døden på venteliste, 2006 Press), Olandese (Op de wachtlijst van de dood, 2006 De Geus), Francese (Morts sur liste d’attente, 2008 Seuil), Polacco (Śmierć na liście oczekujących, 2012 Noir sur Blanc), Finlandese (Kuolema odotuslistalla, 2021 Kustantamo huippu)
«Da tempo immemorabile. Quest’anno fanno venticinque anni di servizio a Trieste. Città curiosa, piena di matti»
La Salvia era una clinica privata molto conosciuta anche oltre i confini nazionali. Era stata costruita 5 anni prima sul Carso, contando su numerosi sgravi fiscali e vari compromessi per via del piano regolatore e delle leggi sulla tutela ambientale. [..] I pazienti della clinica venivano chiamati clienti e provenivano prevalentemente dall’Italia, dall’Austria, dalla Germania e dalla Svizzera per far apportare qualche correzione ai loro corpi segnati dal tempo.
Sono tempi di grande agitazione per il commissario Proteo Laurenti, di novità non facili da gestire né tantomeno esenti da rischi. Trieste, dove risiede da 25 anni e dove dirige un commissariato di polizia, sembra mutata negli ultimi tempi. Laurenti riconduce questi cambiamenti a un governo che, nella forma e nella sostanza, da una parte inasprisce i rapporti con chi gestisce il malaffare, dall’altra sembra distratto e malleabile… Alcune novità lo toccano più da vicino: Proteo non abita più nella stessa casa, ha fatto a scambio con quella di Galvano, il vecchio medico legale. E a suo vantaggio: l’abitazione del medico, che a 82 anni suonati manifesta una vulcanica riottosità ad andare in pensione, è più bella, situata in una zona residenziale che affaccia sul mare. Questo scambio non manca di suscitare i sospetti delle malelingue e di quelli a cui pesta regolarmente i piedi. Come se non bastasse, la sua storia con l’avvenente Živa, sostituto procuratore croata, continua clandestinamente. A complicare la vita di Laurenti c’è il vecchio cane poliziotto, Cluzot, che Proteo decide di adottare contro il volere di tutti. Questa volta, il caso che il commissario ha per le mani è un intricato groviglio in cui c’è di mezzo anche un traffico illegale di organi. Dietro la regia di un gruppo di notabili triestini titolari della clinica privata Salvia, nota meta di restauro chirurgico-estetico per i ricconi del jet-set internazionale, questo traffico semina cadaveri di gente che per miseria si vende un rene per ritrovarsi però “svuotata” di tutte le parti “buone” e gettata via dietro l’etichetta di morte per “cause naturali” o per incidente. Nel giro capitano due gemelli rumeni dei quali il primo,Vasile, muore in un tentativo di fuga. Il gemello Dimitrescu, con l’intento di vendicare Vasile, finge di voler vendere un organo per uccidere gli intermediari che fanno capo alla clinica. Nell’intreccio si inserisce l’enigmatica figura di un giornalista svizzero, Ramses Frei, la cui amata compagna Monica, incinta, è morta misteriosamente a Malta. Il giornalista conduce una sua indagine privata che lo porta a Trieste dove viene fatto oggetto di attentati. Proteo Laurenti lo incontra in diverse occasioni e stringe con lui un intricato rapporto di amicizia. Quando il chirurgo di punta della clinica viene trovato in fin di vita, mutilato, in molti pensano a una vendetta mafiosa o a una storia a sfondo sessuale. Ma Laurenti non ne è persuaso e conduce le sue indagini riuscendo infine a sollevare il velo sulla verità e a inchiodare l’assassino del chirurgo. Anche in questa nuova avventura noir di Heinichen, ancora più intricata e movimentata delle precedenti, i luoghi, i personaggi, e tutti gli elementi del dramma poliziesco giocano su diversi livelli in una struttura imperniata sul tema del doppio. In questa vicenda tutto è articolato in un gioco di specchi e di rimandi: il gruppo della clinica triestina che specula sul traffico di organi e nel contempo frequenta la crema dell’alta società; i due poli del traffico, ovvero Trieste con tutto il peso culturale e storico-politico che incarna, e dall’altro capo Malta; i paesi dell’est con le nuove mafie; i due gemelli che rappresentano anche il doppio metaforico della vittima e del vendicatore. E poi ancora il vecchio Galvano con il suo talento e la sua originalità, e un modo d’operare soppiantato da uno più asettico e burocratico; la moglie del commissario e la sua amante; infine, la coppia formata dal commissario e dal cane in un rapporto di fraterna e tragicomica simbiosi. Entrambi caratteriali e scomodi, infatti, non esitano a spendersi con generosità e determinazione, pagandone anche il prezzo. Al termine di questa avventura così ricca di azione e di mistero, densa di interrogativi e spunti di riflessione, il lettore non mancherà di proiettare queste due figure in un futuro che si spera più sereno e soprattutto meno intossicato dal veleno di un’umanità tanto feroce e predatoria dietro le apparenze dell’opulenza e del successo.