Il Messaggero Veneto

Il Messaggero Veneto
18/02/2020
Borderless

Intervista di MARIO BRANDOLIN, 18 febbraio 2020 

Scrittore tedesco, ma da anni ormai residente in regione, Veit Heinichen ha incontrato i suoi lettori recentemente a Pordenone in un incontro del ciclo “Narratori d’Europa”, ideato e promosso dall’Irse (Istituto regionale di studi). Nei suoi libri la narrazione noir è arricchita da uno sguardo attento e approfondito sulla realtà, di Trieste in particolare ma allargato anche al Friuli, come nel caso de Le lunghe ombre della morte in cui affronta l’assassinio del grande studioso di tradizioni popolari, il conte Gaetano Perusini. Il romanzo “Ostracismo”, edito l’anno scorso, è la storia della vendetta che il protagonista attua una volta uscito di prigione nei confronti di coloro che, pur conoscendo la verità dei fatti – il nostro uccise sì, ma per legittima difesa, hanno avallato con le loro false testimonianze una condanna a molti anni di detenzione. Lo sfondo è la Trieste delle periferie popolari e dei palazzi del centro, dove si annida il potere e dove la Storia ha lasciato le sue tracce.

«Descrivo Trieste – spiega Heinichen – perché in Europa è una città esemplare nella sua storia come nel presente».

In che senso oggi è esemplare?

«È espressione di una contemporaneità che deve lottare col suo passato e al tempo stesso pensare al suo futuro, vista la sua posizione geopolitica che è strategica in Europa, oltre alla composizione multiculturale e plurilinguistica della sua società».

Se lo sfondo dei tuoi romanzi nasce dall’osservazione e studio della realtà di un contesto ambientale, la trama come la allestisce, usa scalette, schemi?

«Non uso scalette, parto sempre dalla materia storica e sociale, e poi dai miei protagonisti, perché sono loro che devono gestire la trama e più li conosco più li lascio liberi di muoversi e crearsi la storia».

Che cosa la affascina della nostra regione, tanto da scegliere di viverci?

«La ricchezza dei contrasti, delle diversità, le contraddizioni e soprattutto il fatto che qui la Storia è sempre vissuta in tante lingue. E se questo non si chiama Europa, non saprei cosa altro»·

Il prossimo libro in uscita il 19 di questo mese, si intitola “Borderless” (senza confini).

«È un political thriller, un intrigo internazionale che, ancora una volta parte da qui per allargarsi ai paesi vicini. Ed è basato sul nuovo ordine scaturito dalla guerra nei Balcani in cui emergono fenomeni incontrollati di varia natura e portata come quello dei migranti, del traffico di armi, della malavita che controlla un imponente flusso di denaro. Il tutto all’ombra di una società che cerca di evitare le regole democratiche mescolando soldi e interessi di potere. E i dove i confini sono solo per i più poveri, mentre è borderless per chi gestisce il potere e la finanza al di fuori e al di sopra delle regole democratiche e della legalità».

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